Dialogo tra Luca Briasco, editor, traduttore, editore di Minimum Fax, curatore della sezione di Testo il Manoscritto, Giovanna Silva, editrice di Humboldt Books e curatrice a Testo della sezione il Segno - come si disegna un libro e Pietro Torrigiani, cofondatore di Todo Modo e curatore a Testo della sezione la Libreria.


Basta spostare un accento e cambia tutto… o forse non cambia niente, invece?
L’ibridazione/Librid’azione… Dall’ibridazione nascono i libri d’azione? Forse, perché no? Il romanzo nasce come forma ibrida: mongrel form, la chiamavano gli inglesi. Forma bastarda, che include al proprio interno la sua stessa negazione. Quando nasce, il romanzo incorpora l’antiromanzo (Tristram Shandy); incorpora una fiction mascherata da nonfiction (Defoe); si popola di trovatelli, orfani, identità incerte: bastardi, appunto. Nega il fato, sul quale si fondava la tragedia, e afferma l’idea di un destino perennemente in fieri, da costruire attraverso, appunto, l’azione. 
Il romanzo classico è romanzo d’azione, o meglio lo era: ora il mainstream letterario sembra avere spinto l’azione ai margini. Proviamo allora a domandarci quando i libri d’azione sono diventati parte di un sottogenere; e quanto la ripartizione in generi, o l’invenzione della paraletteratura, abbia distrutto l’idea stessa di ibrido, e la profonda creatività che la sottende.